Rassegna trimestrale BRI, dicembre 2013 - I tassi bassi stimolano i mercati creditizi
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Il basso costo del denaro ha continuato a dominare l'andamento dei mercati finanziari. Nella ricerca di rendimenti più elevati, gli investitori hanno prestato fondi a tassi e a condizioni via via più accomodanti a imprese più rischiose. Ma le banche, specie nell'area dell'euro, faticano ancora a riconquistare la fiducia del mercato.
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L'allusione da parte della Fed a un possibile graduale rientro degli acquisti di attività finanziarie ha indotto un brusco calo del credito transfrontaliero ad alcune grandi economie emergenti.
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Il turnover giornaliero nel mercato internazionale dei cambi ha raggiunto il massimo storico di $5 300 miliardi nell'aprile 2013. Il ruolo delle istituzioni finanziarie diverse dai dealer si è fatto più preminente, come mostrano Dagfinn Rime (Norges Bank) e Andreas Schrimpf (BRI).
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Le contrattazioni mensili sul mercato dei cambi sono diminuite dopo l'Indagine triennale delle banche centrali dell'aprile 2013, secondo quanto riscontrato da Morten Bech e Jhuvesh Sobrun (BRI).
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Gli scambi di derivati OTC hanno segnato un'impennata nelle economie emergenti dopo il 2010. Torsten Ehlers e Frank Packer (BRI) rilevano che le valute di queste economie vengono negoziate sempre più nei mercati offshore.
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Malgrado il livello basso e stabile dei tassi, il turnover nel mercato OTC dei derivati su tassi di interesse ha continuato a crescere ma, come evidenziano Jacob Gyntelberg e Christian Upper (BRI), lo ha fatto a un ritmo assai inferiore rispetto a prima della crisi.
Sintesi dei capitoli
I tassi bassi stimolano i mercati creditizi mentre le banche perdono terreno
Dopo il deliquio estivo, i corsi obbligazionari e azionari nelle economie avanzate si sono ripresi nell'aspettativa che la Fed avrebbe continuato ad acquistare attività finanziarie allo stesso ritmo e mantenuto i tassi ufficiali su bassi livelli. La ricerca di rendimento da parte degli investitori obbligazionari ha reso più facile per le imprese ottenere credito a condizioni accomodanti. Al tempo stesso le banche, faticando a riconquistare la fiducia del mercato, hanno dovuto fare i conti con un costo del finanziamento più elevato rispetto alle imprese non finanziarie con merito di credito analogo. Questa forbice, pur essendosi ridotta di recente, in particolare negli Stati Uniti, ha continuato a esercitare una pressione al rialzo sui tassi attivi delle banche. Tale situazione ha indotto le grandi imprese non finanziarie a rivolgersi direttamente ai mercati del debito, provocando un sensibile aumento delle emissioni di obbligazioni societarie.
Aspetti salienti delle statistiche internazionali BRI
Le attività transfrontaliere delle banche dichiaranti alla BRI sono diminuite nel secondo trimestre 2013, dopo essere rimaste stabili nei primi tre mesi dell'anno. La contrazione ha riguardato tutti i settori, mentre in precedenza il calo degli impieghi verso banche si era contrapposto a un aumento di quelli verso soggetti non bancari.
Agli annunci della Fed di un possibile graduale rientro degli acquisti di attività finanziarie ha fatto seguito un brusco calo del credito transfrontaliero ad alcune grandi economie emergenti, specie in America latina.
La domanda di attività più redditizie ha favorito forti emissioni di obbligazioni internazionali denominate nelle valute dei mercati emergenti, come peso messicano, real brasiliano e renminbi cinese.
I valori di mercato dei derivati OTC sono diminuiti nonostante l'aumento dell'importo nozionale totale dei contratti in essere, dal momento che i tassi swap nelle principali monete sono aumentati nella prima metà del 2013. Nel contempo, le esposizioni creditizie lorde, che forniscono una misura più accurata del rischio di controparte rispetto ai valori di mercato, sono aumentate dell'8%.
All'aumentare del reddito pro capite, aumenta in genere l'importanza dei fattori finanziari quale determinante delle contrattazioni valutarie. Questa tendenza è confermata dalla ricerca più recente sulla relazione fra reddito, commercio estero e turnover in derivati di un determinato paese.
Edizione speciale sui mercati internazionali dei cambi e dei derivati OTC
Gli articoli monografici in questa edizione della Rassegna trimestrale BRI analizzano gli andamenti recenti nei mercati internazionali dei cambi e dei derivati OTC avvalendosi dell'Indagine triennale delle banche centrali per il 2013, di cui sono pubblicati dati addizionali in concomitanza con la Rassegna trimestrale BRI.
Anatomia del mercato internazionale dei cambi alla luce dell'Indagine triennale per il 2013*
Le contrattazioni giornaliere nel mercato dei cambi hanno raggiunto il massimo storico di $5 300 miliardi nell'aprile 2013, crescendo di oltre un terzo rispetto al 2010. Dagfinn Rime (Norges Bank) e Andreas Schrimpf (BRI) riscontrano che le istituzioni finanziarie diverse dai dealer, comprese banche minori, investitori istituzionali e hedge fund, sono divenute il gruppo di controparti più numeroso nel mercato dei cambi. La quota delle contrattazioni fra dealer ha continuato a ridursi per effetto della più elevata concentrazione, che consente ai principali dealer di compensare internamente un numero maggiore di operazioni. La tradizionale netta separazione fra contrattazioni inter-dealer e contrattazioni con la clientela è venuta meno. Ciò nonostante, i maggiori dealer mantengono un ruolo preminente nel mercato in qualità di prime broker.
Le tendenze nel mercato dei cambi: cosa è successo prima, fra e dopo le ultime Indagini triennali*
In questo articolo Morten Bech e Jhuvesh Sobrun (BRI) esaminano l'andamento dell'attività di contrattazione nel mercato dei cambi nel periodo tra le Indagini triennali del 2010 e del 2013, e nei mesi più recenti. Gli autori stimano che, a $5 300 miliardi, l'attività giornaliera ha toccato un massico nell'aprile 2013, per poi calare a $5 000 miliardi in ottobre, principalmente per la flessione delle operazioni a pronti.
I mercati dei cambi e dei derivati nelle economie emergenti*
I mercati dei derivati nelle economie emergenti hanno continuato a crescere dal 2010, trainati in particolare dal comparto OTC. Torsten Ehlers e Frank Packer (BRI) rilevano che le valute di queste economie vengono negoziate sempre più nei mercati offshore. La negoziazione delle monete dei mercati emergenti si muove in sintonia con l'entità dei flussi finanziari transfrontalieri.
Il mercato OTC dei derivati su tassi di interesse nel 2013*
Il livello basso e stabile dei tassi di interesse a seguito della crisi finanziaria è andato di pari passo con una crescita modesta, ma positiva, del turnover di contratti OTC su tassi di interesse in gran parte delle valute. Jacob Gyntelberg e Christian Upper (BRI) attribuiscono tale crescita all'aumento dei contratti stipulati con istituzioni finanziarie diverse dai dealer. La quota delle contrattazioni interdealer è invece calata al 35%, la percentuale più bassa mai registrata dall'avvio dell'Indagine triennale. Malgrado la rapida espansione degli scambi nelle monete dei mercati emergenti, le contrattazioni continuano a evidenziare un'elevata concentrazione nelle valute e nei centri finanziari principali. Le riforme della regolamentazione hanno indotto un aumento della compensazione centrale dei contratti.
* Gli articoli firmati rispecchiano le opinioni degli autori e non necessariamente il punto di vista della BRI.